Monica DE CESERO – Socia dell’Autofficina De Cesero di De Cesero Maurizio & C. Sas – Settore autoriparazione

 

COME VEDI LA TUA AZIENDA TRA 10 ANNI?

Onestamente? Conto nella buona volontà dei soci più giovani che spero continuino a portare avanti la nostra impresa familiare. Credo che l’azienda non debba perdere il suo connotato principale, la tradizione di famiglia.

Certo, le difficoltà per le imprese del nostro settore sono tante, spesso purtroppo determinate dall’incertezza delle norme. E il dubbio incide, di conseguenza, sulla propensione all’investimento.

Ti faccio solo un esempio. L’anno scorso sembrava che l’intenzione del Ministero fosse quella di liberalizzare il settore delle revisioni dei mezzi pesanti, ma solo alle imprese qualificate per operare su tutti i tre settori della legge 122/92: meccatronica, carrozzeria e gommista. Per questo, come azienda, avevamo cominciato a ragionare sull’opportunità di nominare una risorsa responsabile tecnico. Attualmente è tutto fermo, in attesa che il Ministero chiarisca l’orientamento.

IMMAGINO SIA QUESTO L’OSTACOLO MAGGIORE NELLA GESTIONE DELL’ATTIVITA’

La burocrazia in genere. La scrittura di norme che spesso mancano completamente di aderenza alla nostra realtà operativa è sicuramente scoraggiante, perché priva di senso. Faccio solo questo esempio: la liberalizzazione di cui parlavo prima doveva intenzionalmente passare anche per una certificazione ma non è chiaro nemmeno quali fossero i requisiti richiesti per accedervi.

È paradigmatico ma la nostra lunga esperienza nel settore, e in un settore particolare come quello dei mezzi pesanti, spesso ci rende degli interpreti delle novità e degli interlocutori, così, piuttosto che avere risposte, a volte ci è richiesto di darle.

E poi dobbiamo fare i conti con l’enorme difficoltà a trovare personale, che ormai sembra purtroppo un trend consolidato. E non parlo di personale specializzato, quasi una chimera, ma di persone che abbiano voglia di investire in questo lavoro.

Il rischio, ormai, è quello di farsi concorrenza tra aziende, in una gara a chi offre di più. E, per un lavoro come il nostro che effettivamente è ancora molto pesante dal punto di vista pratico, è sempre più difficile competere con altre realtà più attrattive. Si dice sempre, e in effetti è la realtà, che i grandi colossi industriali del nostro territorio hanno fatto la fortuna e, al contempo, penalizzato le piccole realtà artigiane. A dirla tutta, vedo che in realtà si tratta di una tendenza non limitata al nostro territorio ma generalizzata.

Anche il riscontro dalle scuole professionali ormai è in perdita: molti ragazzi che terminano la formazione poi cambiano completamente strada. Con l’introduzione della scuola dell’obbligo, gli istituti professionali sono ormai relegati alla serie C, destinati, nell’immaginario comune, a chi è poco propenso allo studio. E questo è un grave problema per attività come la nostra.

In quanto officina autorizzata Volvo, qualche tempo fa abbiamo avuto occasione di farci portavoce presso gli istituti professionali circa la possibilità per i ragazzi di svolgere uno stage altamente professionalizzante e gratuito. Richieste pervenute: zero!

La nostra strategia può dirsi di necessità virtù. Siamo un’azienda familiare nel vero senso della parola: siamo tutti parenti!

Bisogna anche prendere atto, a mio modo di vedere, che un cambio di passo è necessario anche da parte delle aziende. Spesso, in contesti di confronto, sento ancora ragionamenti direi anacronistici. Ci vuole assolutamente un cambio di mentalità!

VEDI SPAZIO PER IL LAVORO FEMMINILE NEL TUO SETTORE?

A livello pratico, il lavoro è molto pesante fisicamente. Ma c’è anche un’indispensabile componente amministrativo-gestionale, che vede già la presenza di ottime professioniste.

Certamente la tecnologia offre nuove possibilità. Ormai la diagnostica è tutta digitalizzata, tuttavia ritengo indispensabile l’approccio pratico al lavoro. Per fare un esempio, bisogna sapere cos’è una sospensione, come funziona e dove va collocata, anche se è un computer a dirti quando sostituire il pezzo.

QUAL É LA TUA PIU’ GRANDE SODDISFAZIONE?

Direi quella di essere riuscita, insieme agli altri soci e collaboratori, a portare avanti l’azienda che è stata di mio nonno e di mio padre. Per tutti i motivi di cui abbiamo parlato, poter festeggiare settant’anni di attività credo non sia un risultato da poco!

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