Nel numero precedente della nostra newsletter, abbiamo elencato tutte le principali misure della legge di bilancio 2025, molte delle quali tese a supportare l’occupazione femminile e la conciliazione vita-lavoro. Tra queste, spiccano gli incentivi all’assunzione femminile nei settori con disparità di genere, la decontribuzione parziale per le madri lavoratrici e, sul fronte imprenditoriale, la riduzione del 50% dei contributi previdenziali per i primi tre anni di attività per l’avvio di micro o piccole imprese femminili.
É interessante sapere che, sin dalla legge di bilancio 2024, la Milestone M1C1-110 di attuazione del PNRR ha impresso una radicale innovazione all’assetto informativo dei documenti di finanza pubblica, prevedendo l’inclusione di un’analisi preventiva delle spese secondo una lettura “impatto di genere-orientata”.
A seguito di questa misura, entro 30 giorni dalla presentazione del disegno di legge di bilancio, il Ministro dell’Economia e delle Finanze deve infatti trasmettere alle Camere appositi allegati conoscitivi, che illustrano il prospetto delle spese relative alla promozione della parità di genere.
Le spese del bilancio vengono quindi esposte secondo una riclassificazione in prospettiva di genere, secondo cioè il diverso impatto che la spesa può avere sulla condizione degli uomini e quella delle donne.
In questo secondo anno di attuazione della riforma, sono state completate le attività di implementazione e redazione del bilancio di genere ed è stato prodotto lo specifico allegato conoscitivo e la relativa documentazione metodologica per illustrare il procedimento utilizzato per la riclassificazione delle spese del bilancio dello Stato.
Gli interventi devono essere coordinati e conformi al perseguimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030, con particolare riferimento ai 5 pilastri di sviluppo sostenibile (Persone, Prosperità, Pace, Partnership, Pianeta).
La classificazione utilizzata nella relazione aggrega le spese del bilancio dello Stato come:
- “dirette a ridurre le diseguaglianze di genere” (codice 1), ovvero direttamente riconducili o mirate a ridurre le diseguaglianze di genere o a favorire le pari opportunità;
- “sensibili” (codice 2), poiché hanno, o potrebbero avere, un impatto, anche indiretto, sulle diseguaglianze tra uomini e donne;
- “da approfondire” (codice 0*), riferite a misure che richiedono ulteriori approfondimenti per verificare possibili impatti diretti o indiretti sulle disuguaglianze di genere, sulla base di alcune caratteristiche (ad esempio la natura della spesa e i potenziali beneficiari);
- “neutrali” (codice 0,) che, in quanto tali, non hanno impatti diretti o indiretti sul genere.
È previsto inoltre che il Ministero dell’Economia, in collaborazione con ISTAT e INPS, analizzi l’impatto delle spese pubbliche sulle disuguaglianze di genere e monitori le politiche per garantire maggiore equità.
Pur migliorabili, le misure contenute nella legge di bilancio 2025 rappresentano la conferma di un orizzonte definito verso un futuro più sostenibile e inclusivo.
Una prospettiva nella quale anche le aziende sono chiamate a fare la loro parte, sostenendo attivamente le misure di conciliazione tra vita lavorativa e privata e le politiche di parità di genere, al fine di promuovere ambienti di lavoro inclusivi e benessere dei lavoratori.