È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 56/2024 di conversione del cosiddetto Decreto PNRR, che introduce la patente a crediti per le aziende edili.
Dal primo ottobre 2024, le aziende che operano nei cantieri, ad esclusione delle aziende certificate SOA, dovranno richiedere la patente a punti di 30 crediti totali, che verranno decurtati in caso di inadempienze sul fronte della sicurezza e infortuni, fino alla sospensione o alla revoca nei casi più gravi.
Il 7 maggio scorso si è riunito il Tavolo sulla Sicurezza sul Lavoro ed entro la fine di maggio il Ministero vuole chiudere i decreti attuativi del DL PNRR sulla patente a crediti.
La CNA del Veneto ha ribadito la sua perplessità rispetto ad un provvedimento che, come già dichiarato, non si ritiene efficace per fermare gli incidenti nei cantieri.
«Esprimiamo perplessità su questo strumento principalmente per due motivi – dichiara Moreno De Col, Presidente CNA Veneto –. In primo luogo questo è uno strumento che agisce solo dopo l’incidente, mentre la sicurezza si ottiene con la formazione e la prevenzione. A nostro avviso servirebbe, piuttosto, come già più volte ribadito, una legge di accesso alla professione che metta un casello all’entrata. Oggi chiunque può aprire un’impresa di costruzioni, senza debiti controlli su competenze e capacità. Ciò è inaccettabile. Viste le complessità di un manufatto edile, bisogna agire, semmai, con una legge di accesso che preveda il controllo di competenze e requisiti, sia tecnici che sulla sicurezza.
Il secondo motivo riguarda l’esclusione dalla patente delle aziende in possesso di certificazione SOA, un incomprensibile esonero per chi si ritrovi a possedere solo una certificazione cartacea necessaria per acquisire appalti pubblici oltre determinate soglie, che non certifica la sicurezza. Queste aziende sviluppano lavori e cantieri di importanti dimensioni e forte coinvolgimento di manodopera, e dovrebbero rientrare per prime nel meccanismo della patente.»
«In conclusione – chiosa il Presidente CNA Veneto Moreno De Col – se la patente a crediti potrebbe rappresentare un deterrente sulla carta, temiamo che alla resa dei fatti non sia sufficiente né funzionale per distinguere le imprese corrette da quelle meno corrette se non vi siano a monte funzioni di controllo. Le verifiche vengono rese ancor più difficili nel caso dei subappalti ‘a cascata’. Da sempre sosteniamo che chi si aggiudica un appalto deve possedere al proprio interno tutte le competenze necessarie per lo svolgimento del lavoro commissionato.»