La lettura degli ultimi dati forniti dall’Osservatorio Economia e Territorio CNA Veneto mostra come la dinamica negativa legata alla pandemia, relativamente ad alcuni indicatori quali il PIL, i consumi, gli investimenti, l’occupazione, l’export e il turismo, possa considerarsi del tutto archiviata. i dati infatti mostrano come, per ora, la tendenza sulle dinamiche di quest’anno per il Veneto sia di una economia di stabilizzazione.

Due gli indicatori più rilevanti, le imprese e l’occupazione.

Le imprese

Diminuiscono le imprese ma cambia l’artigianato. Dal 2019 si registrano 9 mila aziende in meno, 5 mila delle quali sono imprese artigiane (da circa 125.600 a poco più di 120 mila, -4%). In particolare, si nota la flessione delle imprese artigiane nel manifatturiero (-2.858 aziende) e nella logistica (oltre mille imprese in meno, pari al -12,9%). Ma questo calo delle imprese artigiane va considerato secondo una lettura particolare. Le aziende artigiane del manifatturiero si trasformano ed escono dallo status di artigiane per sopraggiunti limiti dimensionali, mentre crescono numericamente invece le imprese appartenenti ad un artigianato non convenzionale, legato ai servizi ad alto contenuto di conoscenza, in grado di padroneggiare le nuove tecniche digitali per una innovazione dei processi produttivi. Tra queste imprese, si contano in aumento quelle dedicate ad attività di consulenze informatiche, le attività professionali scientifiche e tecniche, le imprese di comunicazione e produzione video, quelle dedicate ad attività creative e di intrattenimento, quelle della silvicoltura e dell’utilizzo di aree forestali, e quelle di servizi alla persona.

«Dobbiamo guardare con attenzione e seguire questa strada – afferma il Presidente CNA Veneto Moreno De Col –. L’artigianato è cambiato e cambia nelle procedure, negli orientamenti e nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Si deve guardare con ancor più attenzione alle transizioni, green e digitale, che non sono più prorogabili e che richiedono un nuovo approccio anche per rendere attrattive le nostre imprese per i giovani. In questa prospettiva, risulta necessario porre mano alla Legge Quadro sull’Artigianato, datata 1985, che non racconta più l’artigianato di oggi. Su questo nuovo artigianato si costruisce infatti il futuro del Made in Italy.»

Tra le variabili che hanno inciso sulla chiusura delle imprese artigiane, troviamo il mancato passaggio generazionale, le conseguenze dello stallo dovuto al Covid e la situazione geopolitica attuale con i conflitti in Europa e in Medio Oriente.

L’occupazione

Positivi i dati dell’occupazione. Osserviamo una crescita del +3,7% rispetto al 2022, superiore alla media nazionale (+2,1%). L’incremento dell’occupazione si riscontra in tutti i settori economici, ad eccezione dell’agricoltura (-5%). In particolare, si segnalano le performance del commercio (+6,7%) e dell’industria (+5,1%). Con riguardo al mercato del lavoro, il Veneto si dimostra la regione più industrializzata d’Italia: gli occupati nell’industria sono infatti il 28,7% del totale regionale, a fronte di una media nazionale del 20,1%. Ciò significa che nel territorio prevale un tipo di occupazione solida, non legata a richieste specifiche o a dinamiche temporanee.

Lettura positiva anche per il movimento turistico regionale, che conferma il trend di crescita (nel 2023 +9,1% di presenze e nei primi mesi del 2024 +6% di presenze rispetto allo stesso periodo del 2023). In questo particolare settore, l’occupazione si dimostra vitale con un +6,7% (commercio, alberghi e ristoranti) e si posiziona ancor prima del dato relativo alla occupazione nel settore Industria.

«Il dato rilevato dall’Osservatorio relativo al turismo, con quasi 72 milioni di presenze, dimostra come il gap della pandemia sia oramai più che superato – commenta il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon – ¬. È senz’altro il dato più performante di questo focus, a corollario di un anno più che positivo per il turismo della nostra regione. E le statistiche confermano la tendenza: le presenze turistiche in questi primi mesi del 2024 mostrano un ulteriore crescita di 6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2023.»

La tabella degli indicatori

Consumi

Da non trascurare il peso dell’inflazione, che permane e che in qualche misura continua a rallentare il dato relativo ai consumi, in aumento limitato del +0,8% nel 2024, i quali, peraltro, hanno ampiamente recuperato il crollo del 2020.

Export

Dopo una fase (2021-2022) caratterizzata da una crescita impetuosa dell’export del Veneto, i dati del 2023 manifestano una sostanziale conferma dei valori dell’anno precedente (-0,3%). Il trend positivo di meccanica e agroalimentare controbilancia la flessione degli altri settori, particolarmente evidente nella metallurgia (-8,4%) e nella chimica-gomma-plastica (-7,2%).

Investimenti

Nel 2024 ancora segno positivo ma in forte rallentamento, a causa di molteplici elementi: aumento tassi di interesse, attuazione del PNRR, effetto dei bonus edilizi. Per il 2024, il DEF delinea una crescita degli investimenti del + 1,7% inferiore a quella dello scorso anno.

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