Lo scorso 5 aprile, il Direttore dell’APPIA CNA, Cristian Sacchet, ha partecipato con il responsabile amministrativo Gianluca Lava e la responsabile delle categorie Marta Poletti, al convegno “Il triangolo della competitività: Automotive e Logistica tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna” svoltosi a Milano venerdì 5 aprile.

L’evento è stato dedicato alla presentazione di una ricerca di ampio respiro su Automotive e Logistica, condotta da CNA Veneto, CNA Lombardia e CNA Emilia-Romagna e realizzata dal Centro Studi Sintesi, che ha coinvolto le tre regioni locomotiva d’Italia, che contribuiscono a realizzare il 41,2% del Prodotto interno Lordo e quasi il 53% delle esportazioni, esprimendo il 37,1% dell’occupazione.  Negli anni questo contributo è cresciuto sensibilmente: nel 2011 le tre regioni rappresentavano il 39,5% del PIL e il 36,3% degli occupati. Si osserva, invece, un lieve ridimensionamento della quota di export.

Secondo il monitoraggio delle dinamiche economiche delle principali regioni europee, tra il 2013 e il 2023 i tassi di crescita più elevati si registrano nelle comunità autonome spagnole e nelle Fiandre. Le tre regioni italiane si inseriscono tra i Länder tedeschi, superate solo dalla Baviera. Considerando, invece, la dinamica rispetto al periodo prepandemico (2019), le tre regioni si collocano ai vertici subito dopo le Fiandre, mentre Baden-Württemberg e Renania fanno segnare addirittura una contrazione del PIL. In Veneto, la crescita del PIL veneto rispetto al pre-Covid del +3,7% risulta superiore anche ai Länder tedeschi.

Le preoccupazioni arrivano dalla Germania: l’economia tedesca è in recessione e questo può generare ripercussioni negative per le imprese del territorio. Nell’ultimo biennio l’economia tedesca ha progressivamente diminuito il proprio ritmo di crescita, fino a far registrare tre trimestri consecutivi con variazione negativa del PIL. Secondo le ultime previsioni della Commissione Europea, nel 2024 il PIL della Germania dovrebbe far segnare una crescita prossima allo zero (+0,3%), per poi riprendere vigore nel 2025 (+1,2%).

Nell’ambito dell’Unione Europea, l’Italia è il Paese con il maggior numero di automobili in rapporto alla popolazione (682 ogni mille abitanti).  Si tratta di un dato ampiamente superiore non solo alla media UE (563), ma anche rispetto a paesi come Germania (578 ogni mille abitanti) e Francia (570).

Automotive in Veneto

In Veneto il fatturato delle imprese dell’automotive vale 19,6 miliardi di euro (5,5% del totale), per un valore delle esportazioni di 1,5 miliardi di euro (1,8% del totale). Il 36,5% del parco veicoli circolanti è Euro 6 e solo lo 0,4% è rappresentato da veicoli interamente elettrici. anche se la tendenza è verso la crescita.

Nella filiera dell’automotive in Veneto operano 14.125 imprese (2,6% del totale imprese), che occupano 44.709 addetti. Si tratta soprattutto di micro (87,1%) e piccole imprese (8,5%), in grado di esprimere complessivamente il 72,1% degli addetti della filiera. Riguardo le varie parti della filiera, la riparazione vale il 52% delle aziende e il 48% degli addetti, mentre le attività dedicate alla produzione di autovetture e dei relativi componenti rappresentano quote minoritarie (3% delle imprese e 15% degli addetti).

Si tratta di una filiera che in Veneto si conferma in crescita, sia in termini di imprese (+9% tra il 2014 e il 2023), sia di addetti (+11% tra il 2014 e il 2023). Si osserva tuttavia una dinamica negativa per le imprese venete nella riparazione di auto (-2%) e tra i ricambisti (-11%), mentre il numero di aziende della componentistica risulta in aumento (+15%).

«L’elettrico sta iniziando a prendere piede ma siamo ancora fanalino di coda in Europa – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col -. Vanno fatte alcune considerazioni legate in particolare al nostro territorio: dobbiamo ragionare sul raggiungimento del fine, la transizione ecologica, ma attraverso un percorso calibrato sui mezzi che abbiamo a disposizione e soprattutto concentrandoci sull’accompagnamento delle imprese in questo delicato passaggio tecnologico. Concentrarsi unicamente sull’elettrico può comportare costi sociali ed economici eccessivi ed insostenibili rispetto ai benefici ambientali che senz’altro sono imprescindibili, ma richiedono un approccio maggiormente pragmatico.»

«Solo con un approccio di neutralità tecnologica – aggiunge il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon – possiamo trovare soluzioni adatte all’intera filiera. Non va trascurato lo sviluppo di altre soluzioni, come, ad esempio, i carburanti green, idrogeno e soluzioni ibride. Vanno assicurati sostegni agli investimenti anche utilizzando le ingenti risorse europee legate alla nuova programmazione, sia per quanto riguarda la produzione sia per quanto riguarda la formazione e riqualificazione del personale dell’intera filiera.»

Logistica in Veneto

In Veneto il fatturato delle aziende attive nella logistica è di 12,2 miliardi di euro, pari al 3,4% del totale regionale. La filiera della Logistica conta su 13.245 imprese (2,5% del totale) e su 89.744 addetti (4,6% del totale). Le microimprese della logistica veneta sono il 72,8% del totale, tuttavia, dalla distribuzione degli addetti, si nota una rilevante presenza delle medie (23,4% del totale) e delle grandi imprese (26,2%). Non a caso la dimensione media delle aziende della logistica è particolarmente elevata (in media 6,8 addetti per impresa). Le due componenti della filiera logistica sono i trasporti e i servizi di supporto, che rappresentano rispettivamente il 69% e il 31% delle aziende. In termini di addetti, invece, emerge un perfetto equilibrio (50%-50%). Tra il 2014 e il 2023, la filiera della logistica in Veneto ha perso il 6% delle imprese, soprattutto nei trasporti (-16%), mentre si registra una crescita sostenuta degli addetti (+26%). In altri termini, meno imprese ma sempre più grandi.

«Le limitazioni imposte dall’Austria al transito dei veicoli lungo l’asse del Brennero – riprende il Presidente De Col – costituiscono una criticità che va risolta al di là di tutto, perché quest’asse rappresenta una rotta vitale per l’interscambio con i Paesi europei in particolare per le nostre tre regioni. I costi maggiorati rischiano di compromettere la competitività delle imprese di autotrasporto e dei loro committenti.»

«Sul versante legato alla transizione – aggiunge il Segretario CNA Veneto Ribon – va rilevato come al momento attuale nel trasporto pesante non esistano reali alternative alle motorizzazioni diesel e le imprese di autotrasporto non siano in grado di sostenere i costi relativi al rinnovo del parco mezzi. Affinché questo avvenga, sarà necessaria una politica adeguata di incentivazione economica che sostenga le imprese del settore, soprattutto da parte dell’Europa. In ultimo, va sostenuta la digitalizzazione in una visione di maggiore sostenibilità, e trasparenza nella filiera, imprescindibili per una riorganizzazione dei flussi di traffico merci necessaria a causa delle tensioni internazionali.»

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