I vertici dell’Appia CNA di Belluno e della CNA del Veneto hanno incontrato, lo scorso 11 febbraio nella sede Appia di Belluno, l’onorevole Piero Fassino (Partito Democratico): un confronto positivo, che ha visto sul tavolo i tanti temi economici, sociali e politici cari al territorio bellunese.

Tema centrale è stato quello dello spopolamento, sottolineato dal presidente dell’Appia CNA Massimo Sposato e dal presidente della CNA del Veneto Moreno De Col (affiancati rispettivamente dal direttore Cristian Sacchet e dal segretario Matteo Ribon): “Questa è l’emergenza per i nostri territori: serve intervenire con urgenza per mantenere qua famiglie, lavoratori, professionisti e imprese, anche con politiche più ampie a sostegno della natalità e della vivibilità, che devono rientrare in quella legge sulla montagna che deve trovare un nuovo avvio. – hanno sottolineato – A questo, si lega la necessità di dare maggiore attenzione ai giovani, alla scuola e alla formazione”.

Termini ricorrenti nel corso dell’incontro sono stati ‘rete’ e ‘sistema’”: «Serve dare competitività a questo territorio. – ha rimarcato De Col – Gli studi della CNA del Veneto dimostrano come in dieci anni il PIL del triangolo Veneto-Lombardia-Emilia Romagna abbia fatto segnare ‘crescita zero’, mentre realtà simili in tutta Europa hanno raggiunto una crescita anche a due cifre. Serve quindi creare relazioni sul territorio e tra Roma e Belluno, per rimettere al centro il nostro futuro”.

Si è parlato anche di attrattività del territorio bellunese, con due focus particolari: “Uno è quello della transizione energetica: – ha sottolineato Sposato – qui si possono sviluppare comunità energetiche e servono fondi strutturali per sostenere questa transizione. In un’area grande produttrice di energia dall’idroelettrico si potrebbero anche pensare a riduzioni del costo dell’energia per famiglie e imprese. Inoltre, sul fronte della contrattazione collettiva, si potrebbe introdurre una ‘zonizzazione’ che consenta di conciliare le retribuzioni con il costo della vita in una determinata area: sappiamo infatti che i costi in montagna sono molto più elevati rispetto alla pianura”.

Sono poi stati affrontati anche i temi più strettamente legati al ruolo dell’associazione, come la necessità di un intervento sulla legge dell’artigianato, datata 1985 e che va agganciata ai modelli europei e alla bilateralità, ossia quelle dinamiche di welfare a favore del benessere dei lavoratori, che in Veneto ‘pesano’ oltre 30 milioni di euro all’anno in più di 300 servizi agli iscritti e che necessitano di un alleggerimento del peso fiscale (come accade per il welfare aziendale).

Si è parlato anche di politica, che in Veneto e a Belluno vuol dire soprattutto autonomia differenziata: per i rappresentanti delle imprese, bisogna andare oltre le ideologie e guardare alle esigenze dei territori, portando i centri decisionali il più possibile vicino ai cittadini, così da “poter gestire al meglio le risorse per esprimere tutte le potenzialità”.

“Non lasciamo sole le comunità e le imprese, soprattutto nei territori montani”: questa la risposta dell’onorevole Fassino (accompagnato dalla segretaria provinciale del Partito Democratico Monica Lotto e dal presidente dell’assemblea provinciale PD Ezio Paganin) alle richieste dell’Appia CNA.

“C’è una difficoltà strutturale a fare sistema: il vantaggio della piccola impresa è la flessibilità, ma paga i limiti nella capacità di innovazione e nell’autofinanziamento. Dobbiamo costruire una rete di accompagnamento per le imprese, e in questo i soggetti di rappresentanza delle categorie sono fondamentali. – ha affermato – C’è poi un problema diffuso legato alle difficoltà di assunzione: il tema è il divario tra i livelli di formazione e il mondo del lavoro. E’ necessario un dialogo tra questi, così da poter contrastare lo spopolamento e continuare ad attrarre i giovani anche verso il lavoro manuale, le nuove professionalità e l’attività di impresa, e in questo la legge sull’artigianato può essere uno strumento prezioso”.

Sul fronte parlamentare, è una priorità la ripresa dell’iter della legge sulla montagna, mentre sale la preoccupazione per l’attuazione del PNRR:”Ci sono molte risorse ma bisogna mettere i comuni in condizione di spenderle: servono personale e strutture e, ad oggi, il 40% dei comuni italiani non ha un segretario comunale”, ha evidenziato l’onorevole.

Sull’autonomia differenziata, Fassino si è detto favorevole, anche se la bozza approvata dal Consiglio dei Ministri “non è adeguata perché non garantisce che tutti i cittadini, ovunque vivano, abbiano le stesse prestazioni essenziali. Occorre realizzare il principio di sussidiarietà, dell’avvicinare i centri decisionali ai territori, coinvolgendo quindi anche province e comuni, altrimenti il rischio è di trovarsi con 20 centralismi regionali diversi. Il tema dell’autonomia, poi, non può essere scisso da quello della semplificazione burocratica”.

Altre news