Il Presidente di CNA Veneto Moreno De Col saluta con favore il testo del nuovo Codice degli Appalti licenziato dal Consiglio dei Ministri: «La conferma dell’inserimento dei consorzi ordinari tra i soggetti che possono presentare offerte sembra rappresentare finalmente un’apertura tangibile nei confronti delle micro e piccole imprese, permettendo in questo modo alle dinamiche di investimento di indirizzarsi direttamente anche verso le PMI che rappresentano il DNA del nostro tessuto economico.»

«Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di CNA Nazionale, analizzando le classi di importo delle gare di appalto relative all’anno 2021, le micro imprese, che rappresentano oltre il 96% del totale delle imprese italiane, possono potenzialmente accedere solo al 17% del mercato degli appalti pubblici e ambire ad aggiudicarsene circa il 5%».

In Italia, nel 2021, l’importo totale degli affidamenti sopra i 40.000 euro è stato di 199,4 miliardi di euro, con un aumento del 6,6% rispetto al 2020 e del 13,4% rispetto al 2019. Si tratta di numeri potenzialmente molto rilevanti, ma che risultano, allo stato attuale, prerogativa delle imprese di maggiori dimensioni. Il mercato contingente, infatti, è concentrato per oltre due terzi su bandi di importo superiore a 5 milioni, e di questi, la fetta più ampia è sopra i 25 milioni.

«Anche per questa ragione – aggiunge il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon ¬- accogliamo positivamente la semplificazione burocratica per gli affidamenti diretti e per le opere sotto il milione di euro, che, oltre a rappresentare un elemento di responsabilizzazione e rinnovata fiducia verso le amministrazioni (per prime quelle locali!), potrebbe davvero contribuire ad allargare la platea delle imprese che in Italia lavorano direttamente nel mercato degli investimenti pubblici.»

Su questo particolare aspetto del nuovo Codice Appalti, il Presidente De Col lancia un avvertimento: «La connessione diretta che si legge tra le righe di alcune dichiarazioni di queste ore tra procedura di affidamento diretto o negoziale e fenomeni di illegalità suona alquanto fuorviante. La maggiore persistenza dei lavori e degli investimenti pubblici sul territorio, con i cosiddetti affidamenti a ‘chilometro zero’, e la selezione dei committenti tramite procedure diverse dalle gare non possono essere derubricate come illecito. Vanno comunque mantenuti attenzione e controllo sulle procedure di affidamento, favorendo comunque la semplificazione.»

CNA Veneto ravvisa infine nella pratica del subappalto a cascata un potenziale rischio di eccessiva compressione dei margini di subalternità della filiera per le imprese artigiane eventualmente coinvolte in questa pratica.

Altre news