Lo scorso 5 ottobre, la Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza molto rilevante sulle porte OBD e sul tema dell’accesso ai dati.

OBD è l’abbreviazione di On-Board Diagnostics (diagnostica di bordo) e fa riferimento al sistema elettronico automobilistico che fornisce ai tecnici delle riparazioni un’autodiagnosi del veicolo e funzionalità di reporting, così da accedere alle informazioni sul sottosistema a scopo di monitoraggio delle prestazioni e di riparazione.

Qualche anno fa, a seguito di numerose segnalazioni da parte di officine indipendenti, CNA aveva sollevato la questione, denunciando l’abuso di alcuni costruttori che impedivano l’accesso alla porta OBD dei veicoli per la relativa manutenzione.

La sentenza affronta proprio questo problema, segnando un importante successo per il sistema dell’autoriparazione indipendente. In essa si riconosce, infatti, che l’accesso ai dati è un diritto primario di chi è chiamato ad effettuare la manutenzione dei veicoli.

Aggiungere condizioni che limitino il legittimo diritto di accesso alle informazioni tecniche degli operatori indipendenti è illegale, anche se attuato per ottemperare alla necessità della sicurezza informatica. Essa infatti non può essere presa come pretesto per limitare l’accesso ai dati tecnici.

I risvolti della sentenza ci inducono a qualche riflessione.

Innanzitutto, viene confermato il principio comunitario, sancito in materia di omologazione dei veicoli, che gli operatori indipendenti devono avere il diritto di accedere alle informazioni tecniche senza essere soggetti ad alcuna condizione oltre le minime consentite.

La sentenza rappresenta dunque un precedente di fondamentale rilevanza, per tutti i soggetti coinvolti, nella determinazione delle regole della concorrenza nel settore della manutenzione dei veicoli.

Viene chiarito che le misure adottate a tutela della cybersicurezza del veicolo non possono derogare agli obblighi del costruttore di fornire l’accesso a informazioni diagnostiche complete e ai dati di bordo indispensabili ai fini della riparazione e manutenzione del veicolo.

Questa sentenza avrà effetti anche sui alcuni provvedimenti in corso, il Data Act e Euro 7, che non potranno introdurre chiusure informatiche senza garantire il libero accesso ai dati da parte degli operatori indipendenti.

I costruttori potrebbero essere chiamati a rimuovere il blocco gateway dai veicoli circolanti.

Da queste poche considerazioni si comprende il valore che la sentenza che potrà avere per tutta la filiera della manutenzione dei veicoli.

Come CNA, in rappresentanza del mondo della riparazione auto, ci stiamo attivando a livello europeo, insieme alle altre associazioni degli operatori indipendenti, per vigilare sulla piena applicazione dei principi sanciti dalla sentenza affinché producano effetti, non solo tra le parti in causa, ma anche su tutti gli altri costruttori.

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