In una fase di debolezza della congiuntura economica è necessario dare impulso agli investimenti privati per mantenere le imprese sul sentiero della crescita. È quanto ha sottolineato CNA, assieme alle altre associazioni datoriali dell’artigianato, nell’audizione sul DEF davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, giudicando poco condivisibile, seppur motivata dall’incertezza sull’applicazione delle regole del nuovo patto di stabilità europeo, la scelta del Governo di non presentare al Parlamento il quadro programmatico, in quanto è indispensabile fornire a imprese e cittadini prospettive e fiducia.
Per consentire al Paese di crescere, in primo luogo occorre accelerare il programma Transizione 5.0, che può contare su una cospicua dote di risorse, per accompagnare il sistema produttivo verso le sfide della doppia transizione, digitale ed ambientale, anche grazie al sostegno ai progetti di autoproduzione energetica.
Altro capitolo di fondamentale importanza è la realizzazione del PNRR. Il piano sta procedendo a rilento: rispetto alla spesa di circa 80 miliardi prevista per il 2023 si è speso circa la metà. Spendere quest’anno almeno 20 dei 40 miliardi non impiegati darebbe un impulso importante all’economia, soprattutto nell’ambito degli investimenti pubblici e delle infrastrutture.
Per CNA il sostegno agli investimenti richiede di rifinanziare al più presto la legge Sabatini, che rischia di dover sospendere l’accoglimento delle domande. Inoltre, è necessario che venga abbassata sensibilmente la soglia minima degli investimenti nella ZES Unica (Zone Economiche Speciali), oggi fissata a 200 mila euro, per accelerare la spesa e consentire anche alle imprese di piccola dimensione di contribuire allo sviluppo delle economie del mezzogiorno.
Il Governo dovrà anche adottare il piano nazionale per la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali, prevista dalla direttiva Case Green di recente approvazione. Occorre un programma di medio termine, che individui obiettivi, priorità e risorse per accompagnare l’attuazione della direttiva, favorendo una ordinata qualificazione dell’offerta e della domanda.
Vi è grande attesa sulla emanazione della ‘Legge annuale’, dedicata alle MPMI, nella quale si dovranno meglio definire strumenti e indirizzi programmatici finalizzati a creare le condizioni di ambiente e contesto realmente favorevoli alla nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle micro, piccole e medie imprese del territorio.
Infine, nell’audizione è stata sottolineata l’importanza che l’UE riesca a imprimere un impulso positivo alla crescita, tornando a pensare (come è stato fatto per Next Generation EU e SURE) a misure di sostegno e accompagnamento dell’economia che non siano fatte soltanto di regole e scadenze. Gli obiettivi e le scadenze legati, ad esempio, al cosiddetto Green Deal europeo sono oggettivamente sfidanti, ma senza una politica economica e fiscale comune sarà altamente improbabile rispettarli.