A seguito delle modifiche normative intervenute con il decreto 116/2020, gli operatori della manutenzione del verde hanno dovuto gestire significative criticità nella gestione dei rifiuti di sfalci e potature derivanti dalla loro attività.
Con la nuova classificazione, tali rifiuti, laddove provenienti da aree private, erano da considerarsi rifiuti speciali, e perciò non è stato più possibile conferirli ai centri di raccolta. L’insufficiente disponibilità sul territorio di impianti autorizzati alla gestione dei rifiuti speciali ha però costretto le imprese a conferimenti estremamente distanti dal luogo di produzione del rifiuto e di conseguenza a un importante incremento dei costi.
Con l’approvazione del DL ambiente del 10 ottobre scorso, si è raggiunta un’importante semplificazione, più volte richiesta da CNA, consentendo alle imprese che svolgono attività di manutenzione del verde di gestire gli sfalci e potature provenienti dalla propria attività come rifiuti urbani e conferirli quindi al gestore pubblico.
Un ulteriore passo avanti si potrebbe ottenere chiarendo anche la disciplina del sottoprodotto per sfalci e potature. Si tratterebbe di un ulteriore tassello di semplificazione, coerente con gli obiettivi di economia circolare, che in fase di conversione del decreto potrebbe trovare spazio nel provvedimento.