La chiusura anticipata e la riduzione delle risorse per Transizione 5.0 e per le comunità energetiche non devono penalizzare le imprese che hanno presentato le domande nei termini previsti e rispettando i criteri. È quanto ha sottolineato CNA, in audizione, con Confartigianato, in commissione ambiente al Senato, nell’ambito della conversione del decreto su Transizione 5.0 e produzione di energia da fonti rinnovabili.

La CNA, che già aveva sollecitato un intervento in materia del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ora rinnova la richiesta, a Governo e Parlamento, di garantire le risorse per soddisfare le richieste presentate da tutte le imprese rispettando termini e criteri per accedere ai contributi.

CNA evidenzia che la dotazione di Transizione 5.0 è stata ridotta da 6,3 a 2,5 miliardi e successivamente integrata con altri 250 milioni. Per le comunità energetiche, in comuni fino a 50.000 abitanti, invece, la dotazione è scesa da 2,2 miliardi a 795 milioni, a fronte di domande presentate, entro il termine del 30 novembre, pari a 1,45 miliardi. E’ stato inoltre ribadito in audizione che il passaggio dal credito d’imposta al super-ammortamento previsto per la nuova Transizione 5.0 ridurrà di almeno il 40% la platea delle imprese potenzialmente beneficiarie

Un’altra criticità contenuta nel decreto riguarda la definizione di aree idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili. Il provvedimento rende la disciplina poco chiara e contraddittoria rispetto agli obiettivi di riduzione dei costi energetici e sviluppo dell’energia pulita. Nello specifico, la sommatoria dei criteri introdotti si trasforma in un rilevante restringimento degli spazi di sviluppo delle rinnovabili.

APPIA CNA Belluno si unisce con forza a questa posizione espressa dalla CNA nazionale.

Il presidente dell’APPIA CNA, Andrea Cerentin, definisce inaccettabile il taglio delle risorse a seguito della rimodulazione del PNRR.

«Non possiamo accettare – afferma Cerentin – che imprese, che hanno presentato domanda nei tempi e possiedono tutti i requisiti, vengano escluse a causa di un taglio improvviso e di una gestione incerta della misura. Il nostro territorio sta vivendo una fase di forte mobilitazione intorno alle comunità energetiche: far saltare oggi la credibilità del sistema significa compromettere investimenti, pianificazioni e fiducia. Nel bellunese sono molte le realtà coinvolte, tra cui anche comunità energetiche nate con il sostegno delle amministrazioni locali, che rischiano di pagare l’incertezza normativa e gestionale. Questa decisione potrebbe avere impatti rilevanti su installatori, imprese e comunità che hanno investito tempo, risorse e fiducia nel progetto».

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