Rimodulare i crediti d’imposta per l’acquisto di energia, concentrandoli sulle imprese che hanno subito il maggiore impatto dei rincari energetici. Lo hanno chiesto il 13 aprile scorso i rappresentanti di CNA e delle altre associazioni artigiane, intervenuti in audizione sul Decreto Bollette davanti alle commissioni riunite Finanze e Affari sociali della Camera.
Le confederazioni considerano più utile ed efficace incrementare dal 10 al 20% l’entità del credito d’imposta prevista dal decreto legge, destinandolo alle imprese in bassa tensione con potenza superiore a 16,5 kW, che oggi pagano l’energia il doppio rispetto al 2019. In questo modo si offrirebbe un concreto sostegno in grado di riportare gradualmente le aziende ad un regime di costi pre-pandemia. Questo obiettivo potrà essere raggiunto anche realizzando un intervento strutturale che trasferisca il gettito degli oneri generali del sistema elettrico, oggi pagati dalle imprese, ad una fonte diversa dalla bolletta elettrica, come peraltro auspicato anche da Arera.
Inoltre, in audizione è stata anche evidenziata la necessità di rendere permanente la cumulabilità degli incentivi per il risparmio energetico con i contributi concessi dalle Regioni e dalle Province autonome.
E’ stato inoltre sollecitato il definitivo superamento del payback sanitario che impone a tutte le imprese fornitrici del Servizio Nazionale la compartecipazione al ripiano dello sforamento dei tetti di spesa sanitaria delle Regioni. Lo specifico fondo istituito dal decreto legge, che copre parte dei deficit regionali, non risolve alla radice i problemi creati da un sistema che le confederazioni considerano illegittimo.
In tema di adempimenti fiscali, i rappresentanti di CNA, Confartigianato e Casartigiani, hanno chiesto la proroga al 30 giugno 2023 della scadenza per presentare le dichiarazioni per la ‘definizione delle cartelle’ prevista dalla legge di bilancio. La proroga è stata poi confermata dal MEF e annunciata il 21 aprile con il comunicato n. 68.