L’artigianato ha avviato da anni la strada del welfare contrattuale e bilaterale a favore di oltre un milione di lavoratori dipendenti. Si tratta di un modello ispirato a principi solidaristici e di sussidiarietà che va valorizzato, una buona pratica capace di adeguarsi ai tempi ed offrire tutele e servizi efficienti. È quanto ha sottolineato CNA con Confartigianato, lo scorso 28 marzo, all’audizione davanti alla Commissione lavoro del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria.
Le confederazioni hanno sottolineato l’importanza dei fondi sanitari integrativi rispetto alle prestazioni del sistema sanitario pubblico, indicando l’esperienza di San.Arti, il fondo di sanità integrativa delle imprese artigiane che in 10 anni ha superato la soglia dei 620.000 iscritti diventando il terzo fondo contrattuale per dimensioni e uno dei più solidi nel panorama nazionale.
In proposito, CNA e Confartigianato hanno espresso parere favorevole all’ipotesi di assoggettare a vigilanza i fondi sanitari, tenendo conto della loro natura solidaristica, mutualistica e bilaterale. In questa prospettiva, va confermata la piena deducibilità del contributo contrattuale versato ai fondi. Inoltre, agli investimenti dei fondi sanitari destinati a prestazioni future deve essere riservata la stessa tutela e fiscalità di favore applicata ai fondi pensionistici, perché l’obiettivo degli investimenti è garantire il mantenimento nel tempo del valore del patrimonio.
Sul fronte pensionistico, le associazioni hanno rilevato che, per favorire la crescita delle adesioni ai fondi previdenziali, soprattutto per quanto riguarda le piccole imprese, sono necessarie adeguate misure di rilancio del secondo pilastro previdenziale.