Le imprese hanno chiuso il 2022 in una continua emergenza, una situazione che permane tuttora, tra post-Covid, conflitto in Ucraina che dura da un anno intero senza spiragli, rincari stellari dell’energia, e che ha impattato sull’attività delle imprese e la quotidianità delle famiglie. Grazie all’attività dell’Osservatorio Economia e Territorio, la CNA del Veneto ha monitorato con grande attenzione l’andamento di queste dinamiche. Il 16 febbraio scorso, in conferenza stampa a Marghera sono stati presentati i dati aggiornati sull’andamento dell’inflazione e sull’aumento dei costi energetici, le modifiche del Superbonus e degli effetti di questa contrastata misura sul comparto Casa e l’allocazione delle risorse del PNRR.
“Gli ultimi dati ci dicono che nel 2022 i prezzi in Veneto sono aumentati mediamente del +8,5%, con rincari dei costi energetici che hanno pesato molto sulle imprese – ha commentato il Presidente della CNA del Veneto Moreno De Col –. Le luci sul 2023 ci fanno sperare in una possibile riduzione dell’inflazione e per questo cerchiamo di interpretare al meglio questi risultati. Il ‘Sistema Italia’ nel 2022 ha mostrato un’economia più resiliente e la situazione sembra più stabile rispetto ai mesi scorsi: le imprese, seppure tra mille difficoltà, sono riuscite a continuare a lavorare, gli ordinativi sono pieni.
Ma ora è tempo di cambiare marcia. Non basta aver riguadagnato rispetto alla pandemia: ora c’è bisogno di una visione strategica unitaria, di una cabina di regia che metta insieme azioni propedeutiche all’Autonomia per lo Sviluppo, valorizzando le risorse del PNRR, investendo sull’attrattività delle imprese, promuovendo politiche di investimento sui giovani, innovazione e sostenibilità, per conseguire maggior competitività. I dati di questo focus ci dicono che le imprese sono reattive ma il clima di incertezza legato ad eventi incontrollabili, speculazioni, rincari, inflazione, richiede un’azione congiunta e un piano di lavoro con le forze istituzionali, per non farci trovare impreparati.”
“Gli andamenti di questi primi mesi del 2023 ci fanno sperare in una ripartenza dei consumi – ha aggiunto il Segretario della CNA del Veneto Matteo Ribon –Dobbiamo lavorare insieme con le istituzioni per rinforzare questa spinta e far ripartire l’economia del nostro territorio con maggior vigore e competitività. Sulle imprese pesa ancora molto la dinamica extra costi che si è generata nell’ultimo anno. È opportuno intervenire con azioni strutturali condivise: rimettere al centro le dinamiche di filiera, sostenere la manifattura, investire in sostenibilità. E che siano messe in campo attività in grado di liberare il peso degli oneri sulle imprese così da produrre più reddito. Bisogna alleggerire i costi sul lavoro che appesantiscono le imprese limitando i consumi delle famiglie.”
TASSI DI INTERESSE: SI RAFFORZA LA TENDENZA AL RIALZO. PER LE IMPRESE DUE PUNTI IN PIÙ IN UN ANNO.
Si consolida ulteriormente la crescita dei tassi di interesse. Per quanto riguarda le imprese, a dicembre 2022 il tasso di interesse per i prestiti fino ad 1 milione di euro ha raggiunto il 3,91% (+2,16 punti rispetto a dicembre 2021). Relativamente ai prestiti di importo superiore a 1 milione di euro, il tasso di interesse ammonta al 3,33% (+2,44 punti su dicembre 2021). Con riguardo ai prestiti per l’acquisto di abitazioni, il tasso di interesse a fine 2022 risulta pari al 3,01% (+1,61 punti rispetto a dicembre 2021). Il balzo tra ottobre e novembre 2022.
AUMENTA L’INFLAZIONE: NEL 2022 PREZZI IN AUMENTO DEL +8,5%
Negli ultimi mesi la dinamica dei prezzi si è stabilizzata, tuttavia, a dicembre 2022 l’inflazione nel Veneto ha fatto comunque registrare un +11,3% rispetto allo stesso mese del 2021. A dicembre 2022, la dinamica dei prezzi è guidata dal +52,1% dei beni energetici. Di rilievo è anche l’aumento dei prezzi per alimentari e bevande (+12,8%). Considerando l’intero anno solare 2022, i prezzi in Veneto sono mediamente cresciuti del +8,5%. A conti fatti, è stato eroso ancora il potere di acquisto degli italiani: a parità di salario, rispetto allo scorso anno per condurre il medesimo stile di vita, sarebbe necessario un salario in più.
ENERGIA ELETTRICA: NEL 2022 PREZZO MEDIO IN CRESCITA DEL +143%. PER LE IMPRESE ONERI IN AUMENTO DI 3,5 MILIARDI DI EURO
Dopo i valori record di agosto 2022 (543 €/mwh) e di settembre (430 €/mwh), negli ultimi mesi il prezzo medio dell’energia elettrica si è sensibilmente ridimensionato, pur confermandosi su livelli molto elevati (174 euro/mwh a gennaio 2023). Nel 2022, il prezzo dell’energia elettrica, inteso come media dei valori mensili, risulta pari a 306 euro/mwh: si tratta di una variazione del +143% rispetto al dato medio del 2021 e del +665% sul prezzo medio del 2020.
Le imprese assorbono il 75% dei consumi elettrici registrati in Veneto. L’aumento esponenziale del prezzo dell’energia elettrica nel 2022 è destinato ad impattare sui bilanci delle aziende: a carico delle imprese venete si stimano, infatti, maggiori costi per 3,5 miliardi di euro rispetto al 2021 (+87%). Di questi, quasi 2,5 miliardi ricadrebbero sull’industria e circa 1 miliardo sulle imprese dei servizi. La discesa dei prezzi nell’ultima parte dell’anno ha consentito di calcolare un impatto di poco inferiore rispetto alle stime di novembre (3,6 miliardi di euro).
GAS NATURALE: NEL 2022 PREZZO MEDIO IN AUMENTO DEL +137%. IN UN ANNO RADDOPPIATI I COSTI PER LE IMPRESE
A gennaio 2023, il prezzo medio del gas naturale si attesta sui 68 euro/mwh: si tratta di un valore notevolmente inferiore rispetto ai livelli raggiunti ad agosto (233 €/mwh) e a settembre 2022 (187 €/mwh).
Considerando l’intero anno solare 2022, il prezzo medio del gas naturale risulta pari a 123 euro/mwh: è un valore superiore del +137% rispetto al dato del 2021 e addirittura del +1.018% nei confronti del prezzo medio rilevato nel 2020.
Le attività economiche rappresentano il 59% dei consumi di gas naturale in Veneto. Per il 2022, si stima un incremento degli oneri a carico delle imprese venete di 1,3 miliardi di euro rispetto al 2021 (+100%): si tratta di un valore inferiore di circa 100 milioni di euro rispetto alle proiezioni effettuate nel novembre scorso. Di questi maggiori costi, oltre 900 milioni graverebbero sulle imprese dell’industria, mentre i restanti 400 milioni sui settori del commercio e dei servizi.
SUPEBONUS E COMPARTO CASA: IN VENETO OLTRE 46 MILA INTERVENTI
In Veneto, al 31 gennaio 2023, risultano avviati oltre 46.000 interventi edilizi incentivati con il Superbonus 110%: è un dato che colloca il Veneto al secondo posto tra le regioni italiane. Gli edifici unifamiliari rappresentano il 51% del totale degli interventi. Il valore complessivo degli interventi ammessi al Superbonus 110% in Veneto ammonta a 6,4 miliardi di euro. Secondo l’ultimo report diffuso dall’ENEA, il valore dei lavori conclusi in Veneto sfiora i 5,3 miliardi di euro.
“Le problematiche del Superbonus, gravemente penalizzato dall’incertezza normativa, sono da riconsiderare con attenzione poiché hanno messo in sofferenza il Sistema Casa – ha commentato il Presidente della CNA del Veneto De Col –. Che sia necessario sistemare il patrimonio edilizio italiano è evidente: la maggior parte degli edifici è vetusta, energivora, non a norma dal punto di vista sismico. È giusto che lo Stato investa risorse per migliorare il patrimonio edilizio, nell’interesse del singolo proprietario, ma soprattutto per il bene collettivo. Il Superbonus non ha funzionato al meglio: troppe variazioni, troppi cambi di rotta, poca chiarezza nella sua applicazione ne hanno limitato i vantaggi causando distorsioni del mercato. Bisogna far ripartire il Superbonus o qualcosa di simile, anche in funzione della direttiva europea sui fabbricati green, ma tenendo conto di alcuni parametri: la prima casa, la capacità di reddito dei proprietari, la situazione dei singoli mercati, le valutazioni dello stato degli edifici in base l’età, ai livelli di sicurezza e di isolamento. Solo tenendo conto di tutte le variabili, effettuando controlli accurati e ragionando secondo un’ottica di sistema con le istituzioni si può far ripartire questo strumento. Ma ci vuole maggior chiarezza nella normativa. Più semplice e chiara è la norma, più sarà facile applicarla e controllarla.”
PNRR: IN VENETO ALLOCATE RISORSE PER 4,2 MILIARDI DI EURO
Sulla base della rilevazione effettuata a fine gennaio 2023, risultano assegnati al Veneto quasi 4,2 miliardi di euro, pari al 5,8% del totale nazionale delle risorse attualmente ripartite (71,3 miliardi di euro). Rispetto al precedente monitoraggio, si segnala un debole incremento del valore delle risorse attribuite al Veneto (+279 milioni di euro).