L’architettura a geometrie variabili del sistema dell’informazione sulla violenza di genere risponde al paradigma delle 3 P della Convenzione di Istanbul (prevenzione, protezione e punizione) e orienta e determina l’azione politica, la quarta P nella Convenzione citata, dei Piani Nazionali contro la Violenza sulle Donne, per consentire al Governo e a tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti di assumere strumenti adeguati di contrasto.

Sul fronte politico non mancano in tal senso diverse novità, che suggeriscono il tentativo di agire soprattutto sulla prevenzione.

Questo è infatti il senso del piano del Ministro dell’Istruzione Valditara per “educare alle relazioni”, espresso dalla direttiva n. 83 del 24 novembre 2023 e finalizzato a promuovere, in via sperimentale, percorsi extracurriculari nelle scuole secondarie di II grado. Il piano in questi giorni sta evolvendo nel progetto, fortemente condiviso con la Fondazione Giulia Cecchettin, di inserire nei programmi scolastici un’ora settimanale dedicata all’educazione all’affettività.

L’impegno a “valutare l’opportunità di inserire nei programmi scolastici, con il pieno coinvolgimento dei genitori, a partire dalla scuola secondaria di I grado, l’educazione al rispetto, anche attraverso una formazione emotivo-sentimentale, che renda gli individui più consapevoli delle proprie emozioni e delle proprie azioni al fine di creare le condizioni per rapporti umani sentimentali e familiari più sani ed equilibrati” è espresso anche nel testo della legge Roccella, approvata all’indomani dell’efferato omicidio di Giulia Cecchettin. La legge 168/2023 “Disposizioni per il Contrasto della Violenza sulle Donne e della Violenza Domestica” dispone il rafforzamento delle norme già previste nel cosiddetto “Codice Rosso” del 2019 e l’estensione dell’ammonimento e delle misure cautelari anche per i reati spia, quelli cioè che sono indicatori di violenza di genere.

È in corso la campagna di sensibilizzazione “Violenza Mai”, fortemente voluta dal Guardasigilli Carlo Nordio e animata dal proposito di testimoniare la presenza dello Stato nel contrasto al fenomeno della violenza di genere, facendo opera di divulgazione dell’intero complesso di norme e istituti esistenti sul tema.

“Ci vogliono educazione e informazione, ovvero far capire che lo Stato c’è e non ti abbandona. Abbiamo, per la prima volta, abbinato la costruzione di tutta la normativa esistente in tema di violenza di genere con un opuscolo, in cui sono riassunti i segnali di allarme di una possibile escalation di violenza, che le donne devono imparare a riconoscere. Allo stesso tempo l’opuscolo si rivolge anche ai potenziali futuri aggressori, per favorire un’educazione costituzionale al diritto e al rispetto. Vogliamo lavorare sulla prevenzione, perché la legge penale interviene quando il fatto è già stato commesso: vogliamo evitare che certi episodi avvengano.”

Con queste parole il Ministro ha presentato un opuscolo che illustra, attraverso le immagini e le informazioni, le spie, gli indicatori che permettono di riconoscere i comportamenti violenti, così come i servizi a cui rivolgersi per chiedere aiuto, gli strumenti utili per uscire da determinate situazioni e le conseguenze per coloro che mettono in atto comportamenti violenti.

In adesione all’intento di una diffusione capillare, anche sui luoghi di lavoro, invitiamo tutti a dare la massima divulgazione all’opuscolo.

In occasione della presentazione della campagna di sensibilizzazione #NessunaScusa, in vista della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, si è espresso sul tema della violenza di genere anche il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, riassumendo i termini di quella che appare, agli occhi di tutti, come una delle sfide sociali più complesse.

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